Copertina
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Quei destini rubati
Con questo libro Sergio Ghio ci regala pagine
di indicibile bellezza, con la ricchezza lessicale che gli è propria e che sa
trasformare la prosa in poesia, mutuando talora da quell’universo il suo
linguaggio, con uno stile corposo, elaborato e personale. La narrazione inizia
con l’incontro fra il nostro autore e un vecchio montanaro della Val Cicana, il
quale gli racconta le vicende della famiglia Grixia, i cui membri erano
presenti in quei luoghi da centinaia d’ anni, pastori senza gregge ma pastori,
civiltà contadina che verrà spazzata via dai ciclopi del rinnovamento in
lampi di tuoni e di guerra. I primi capitoli del romanzo sono dedicati
a Rachele ed Aimone, figli adolescenti di due fratelli Grixia, Ignazio ed
Asterio, colti nello sbocciare del corpo e dei sentimenti nell’Eden dell’aspra
valle ligure, che saranno costretti a separarsi quando una grande tragedia
colpirà Rachele. Al centro dei cambiamenti in atto negli anni Cinquanta, si
trova Asterio Grixia, padre di Aimone, in un tourbillon di personaggi, di
vicende, di intrighi in cui ci si sente travolti; sono pagine
popolate dai personaggi più disparati e inverosimili: ubriaconi,
delinquenti, prostitute, fattucchiere, il tutto arricchito di tanti dettagli,
di tanti particolari (la réclame, la radio, l’Eiar, i prodotti
taumaturgici, le sigarette Eva, la rivista “Grandi firme”, Veronica Lake, gli sciogli lingua tedeschi del metodo di Otto
Popper, ecc.) che si ha l’impressione di un fondamento di verità nella storia
narrata. Asterio, travolto dalle conseguenze del cambio epocale, incapace di
adeguarsi alle novità e vittima di antichi e nuovi soprusi, in un delirio di
disperazione distrugge con il fuoco il vecchio mulino di sua proprietà e vi trova la morte. Magistralmente tratteggiate,
oltre a quella di Asterio, le figure di Aimone, figlio che ha deluso il
padre sotto ogni punto di vista, e della cugina Rachele, nonché quella di
Isadora, moglie e madre, che reca nel corpo e nella mente le ferite della
famiglia d’origine. Ma si può dire altrettanto dei personaggi minori che
ruotano attorno ai Grixia, come le bella Abigaile o Stellina, e le varie sanguisughe
senza scrupoli che sacrificheranno Asterio per salvare loro stessi dal baratro
della povertà. Sarà il figlio Aimone a cercare quella giustizia che il padre
invocava con mani vuote che ingombravano la stanza,
nell’ultimo suo tentativo di salvarsi dal disastro.
Romanzo, avvincente, scritto con più registri, storia da
tradursi in versione cinematografica, che per tema e collocazione temporale,
potrebbe inserirsi nella scia dei film del neorealismo , anche se Sergio
Ghio, non facendo parte di quella generazione, dà un tocco personalissimo
al racconto. Già il dipinto scelto per la copertina, paesaggio espressionista,
ben rappresenta e racchiude l’intera vicenda umana, qui narrata. Storia
originale con accenti struggenti, romanzo da gustare in tutta la sua
bellezza!
oliva.novello
Oliva
Novello nasce a Mirano (Venezia), dove tuttora vive, nel 1949.
Ha svolto il suo lavoro nell’amministrazione scolastica. Amante dell’arte e della musica ha
seguito per diverso tempo corsi di entrambe le discipline; da parecchi anni è
corista nel gruppo musicale “Guido Cingano Ensemble”-Classic Sound,
Associazione Culturale e di volontariato di cui è anche presidente. Ha fatto il
suo esordio sulla scena della scrittura poetica nel 2010 con la collezione
“Esitan…do”- versi in libertà;
è del 2011 la seconda collezione “Foglie”-
Raccolta di versi.
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